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Ogni bambino è un giardino segreto. Ovvero la vita spirituale nella prima infanzia.

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Prima di iniziare a leggere questo articolo devo informarvi che l’argomento in questione ha circa 200.000 anni.


Ma no, non li ripercorrerò tutti.


Tuttavia, è una cifra che serve aver presente per comprendere la complessità e la bellezza della storia della spiritualità.

Nel paleolitico medio, nella transizione tra homo neanderthalensis e homo sapiens si sviluppa il pensiero simbolico, si cominciano a seppellire i morti ed inizia una forma di rappresentazione di mondi che non sono solo quelli della realtà visibile.


Questo, però, non è un articolo che riguarda la storia. Questo è un articolo che riguarda i bambini e il loro “giardino segreto”.


Quando una nuova vita arriva in questo mondo coloro che se ne occupano sono tutti impegnati in una serie di azioni di cura urgenti, necessarie, vitali. È un periodo di grande impegno e di immensa stanchezza dove le questioni fondamentali sono fatte di latte e cacca, di rigurgiti e notti insonni. Bisogni primari, insomma. Sembra non possa esserci spazio per altro e, di fatto, ci si sente messi faccia a faccia con la sopravvivenza.


Come può esserci spazio per questioni di spiritualità?


Il primo incontro del mio percorso tematico su bambini e spiritualità, comincia da qui, da un incontro a tempo libero sul comprendere insieme ai genitori cosa intendono loro per spiritualità. Non è una domanda alla quale si risponde facilmente. È un tema che tiene insieme molte cose: la provenienza religiosa familiare, la formazione personale, le esperienze, la riflessione su temi come la morte, il dolore, ma anche la gioia, l’estasi, la vita. Attraverso domande e condivisioni si compie un percorso, breve, ma intenso nella propria dimensione interiore.


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Quando si cresce un bambino lo si osserva, soprattutto nei primi tre anni, e si pone attenzione alla sua crescita, a cosa e come mangia, a quando e come cammina, a quanto e come parla. Ma nei primi tre anni le connessioni neuronali dei bambini hanno una frequenza ed una velocità che mai più si ripeterà nella loro esistenza. Ed è, dunque, importante chiedersi: Ma i bambini piccoli hanno una vita interiore?

 

Nel secondo incontro mostrerò ai genitori come la spiritualità sia presente in ogni fase dello sviluppo dei loro bambini, a partire dalla nascita ma anche dalla vita intrauterina. Parleremo di movimento e di linguaggio facendo il difficile ma straordinario esercizio di guardare al mondo con gli occhi dei piccoli. La forza della conoscenza è uno dei pilastri fondamentali de La Luna e la Balena, perché nella conoscenza delle dinamiche proprie dell’infanzia nasce la comprensione del bambino, aumentano le capacità di far fronte alle difficoltà e alle fatiche che la cura comporta, aiuta a gioire di cose che altrimenti resterebbero invisibili.

 

Ma come si può aver cura del “giardino segreto” dei nostri bambini?

 

La metafora del giardino segreto per parlare di spiritualità e vita interiore è una metafora che amo moltissimo. Il giardino segreto è un libro bellissimo di Frances Hodgson Burnett. Scritto nel 1910 rientra nella letteratura per ragazzi, ma è, invece, una storia che parla a tutti e che racconta la stretta connessione esistente tra cura, natura e rinascita interiore. Vi invito a leggerlo!


Nel terzo ed ultimo incontro, a partire, come sempre, dalle abitudini e dalla realtà di ogni nucleo familiare, individueremo delle pratiche quotidiane per aver cura della vita interiore dei bambini, attraverso azioni di vita quotidiana. Riceverete una piccola guida pratica e personalizzata con le attività da svolgere e quelle da valorizzare o risignificare perché il percorso non diventi un di più, un’ennesima cosa da fare e da inserire nella giornata, ma un modo di vivere e di osservare, uno sguardo nuovo da avere su se stessi e sugli altri.


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La spiritualità non sembra essere un’urgenza. Mi rendo conto. Tutto sembra più funzionale e, soprattutto, siamo abituati a valorizzare i risultati visibili, veloci e capaci di portare tornaconti personali, per lo più assolutamente legittimi.

Ma concludo questo presentazione invitandovi a guardarvi intorno e, perché no, anche dentro. Quali sono i malesseri, quali i desideri, dove risiede la vostra gioia?

Volutamente non ho fatto riferimento alla “religione”, sia perché religione e spiritualità possono non incontrarsi mai, sia perché il percorso che propongo non è confessionale e può essere adattato a qualunque credo si appartenga o a nessuno in particolare.


Maria Montessori ha pagine straordinarie sull’urgenza della spiritualità e del suo legame con la pace, parole importanti su come i bambini e le nuove generazioni rappresentino l’unica possibilità di futuro, se noi adulti, però, ci rendiamo conto del nostro compito. Sono parole di un’attualità quasi sconcertante, geniali, ma anche consolatorie perché mostrano la strada:


L’educazione assume oggi, nel particolare momento sociale che attraversiamo, un’importanza veramente illimitata. E questa accentuazione del suo valore pratico si può esprimere con una sola frase: l’educazione è l’arma della pace. Occorre organizzare la pace, preparandola scientificamente attraverso l’educazione.

Ogni bambino è un giardino segreto
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